Info Prenotazione
La visita del Museo Marino Marini su prenotazione per gruppi scolastici include la visita alla collezione permanente, alla Cappella Rucellai e alle mostre in corso.Visita libera del Museo Marini su prenotazione per gruppi scolastici
Visite disponibili, su prenotazione, dal martedì al venerdì alle
10:00, 11:00, 12:00, 13:00, 14:00 e 15:00.
Durata massima di 2 ore.
Massimo 30 persone per ogni turno d'ingresso.
Leggi e Approva le condizioni di prenotazione
L'orario prenotato può subire variazioni improvvise in base agli orari
di chiusura dei monumenti. Consultare sempre l'orario aggiornato sul
sito. Le prenotazioni e i biglietti pagati ma non usufruiti non saranno
rimborsati per alcun motivo.
Note:
- Attenzione! La prenotazione per l'ingresso alla Cappella Rucellai è obbligatoria e non modificabile. Eventuali errori sulla selezione della data e dell’orario di visita non potranno essere rimborsati.
- Non sono previste riduzioni.
- Biglietto gratuito, disponibile SOLO in BIGLIETTERIA:
- Bambini di età inferiore ai 6 anni
- 1 biglietto omaggio per un accompagnatore ogni visitatore disabile
- Forze dell’Ordine, purché l’accesso avvenga per specifico motivo di servizio.
- Giornalisti in possesso di tessera associativa della stampa estera in Italia, dell'ordine nazionale italiano dei giornalisti.
- Possessori tessera ICOM, EDUMUSEI.
Il Museo Marino Marini
Il Museo Marino Marini di Firenze si trova all’interno dell’ex-chiesa
di San Pancrazio. Accoglie un nucleo di 183 opere tra sculture,
dipinti, incisioni e disegni di Marino Marini in un allestimento
museale unico progettato dall’artista stesso insieme agli architetti
Bruno Sacchi e Lorenzo Papi.
All’interno del museo si trova anche la Cappella Rucellai con il Santo
Sepolcro di Leon Battista Alberti, gioiello del rinascimento fiorentino.
Il museo ospita inoltre mostre temporanee nei suggestivi spazi della
cripta medioevale.
Apertura al pubblico: dal sabato al lunedì, dalle 10 alle 19. In questi
giorni l'accesso alla collezione permanente è gratuito, mentre la
visita delle mostre temporanee è a pagamento.
L'accesso alla Cappella Rucellai è possibile solo con visita
guidata e su prenotazione.
Cappella Rucellai
Il Santo Sepolcro della
Cappella Rucellai, già facente parte della Chiesa di san Pancrazio, fu
realizzato nel 1467, copia in scala di quello di Gerusalemme. Nel 1808
la cappella fu separata dalla chiesa che venne sconsacrata e
trasformata, per editto napoleonico, in una sala d’estrazione della
Imperiale Lotteria di Francia. Da allora il varco di collegamento fu
murato e per la cappella, che continuò a essere consacrata al culto, fu
costruito un nuovo ingresso su via della Spada.
La cappella Rucellai, o del Santo Sepolcro, situata nella navata
sinistra della chiesa di San Pancrazio, fu realizzata in fasi
successive e l’intervento dell’Alberti per conto di Giovanni di Paolo
Rucellai rappresentò la fase conclusiva che ne attestò definitivamente
a lui, la paternità.
Realizzato in breve tempo, concluso nel 1467 come attesta l’iscrizione
latina posta sulla porta d’ingresso, il tempietto è sempre stato
considerato dagli studiosi una copia gerosolimitana fra le tante che si
diffusero in occidente nel Medioevo e nel Rinascimento, nate dal
ricordo e dalla devozione dei pellegrini di ritorno dalla Terrasanta.
Le decorazioni marmoree presenti sulle superfici del tempietto e tutto
il suo apparato decorativo furono realizzati con ogni probabilità dallo
scultore Giovanni di Bertino.
I disegni ornamentali delle 30 tarsie marmoree inserite all’interno dei
riquadri sono diversi l’uno dall’altro, alcuni si ispirano a forme
naturalistiche come le foglie d’alloro, di quercia, corolle di fiori ed
altri a forme geometriche come la stella ottagonale, la stella a sei
punte e la decorazione a libro.
Al centro di ogni prospetto, l’Alberti collocò delle tarsie facilmente
riconoscibili per il loro significato rappresentativo che indicavano le
imprese personali di Giovanni Rucellai, di Lorenzo il Magnifico, di suo
padre Piero dei Medici e del nonno paterno Cosimo il Vecchio.
L’interno del Sacello è composto da un’unica camera sepolcrale
contenente una lastra in marmo appoggiata sulla parete posta a sud.
Nel 1471 il Sepolcro conseguì lo stato sacramentale in una bolla
emanata dal Pontefice Paolo II, il quale concesse ai fedeli che lo
visitavano nei giorni del venerdì Santo e della domenica di Pasqua,
cinque anni di indulgenza plenaria.
La cappella subì nel 1808 i primi interventi a causa della
trasformazione della chiesa in sala d’estrazione dell’Imperiale
Lotteria di Francia. Le due colonne e alcuni elementi lapidei del
triforio albertiano furono utilizzati per realizzare il nuovo ingresso
dell’ex chiesa. Il varco di collegamento con la cappella fu murato e
venne costruito un nuovo ingresso a questa su via della Spada.
Nel 2013, la Cappella Rucellai con il Tempietto sono stati restaurati e
grazie all’apertura di un passaggio posizionato sul lato sinistro,
all’interno della navata centrale del museo, sono entrati a far
parte del percorso di visita del Museo Marino Marini.
Effetto Museo. Intrusioni istantanee nei luoghi dell’arte
Fotografie di Massimo Pacifico
a cura di Claudio Di Benedetto
21 gennaio – 4 marzo 2019
Selezionati tra le innumerevoli fotografie che popolano l’archivio di
Massimo Pacifico, gli scatti in mostra ci offrono uno sguardo che
"guarda chi guarda" le opere d'arte, il visitatore che "abita" il Museo.
Da osservatori, attraverso l'obiettivo privilegiato di Massimo
Pacifico, possiamo così guardare indisturbati le emozioni che
attraversano le persone che visitano i musei : la risata e la
commozione, la gioia, espressa talora con passi di danza - quella a cui
ad esempio si abbandonano una giovane mamma e il suo bambino in visita
al Victoria & Albert Museum di Londra - la noia e il torpore che
sembrano cogliere alcuni studenti universitari appollaiati su un divano
dello Städelsches Kunstinstitut di Francoforte o il visitatore intento
a dormire sdraiato sui sedili di una sala della Neue Pinakothek di
Monaco.
Massimo Pacifico si insinua così nelle vite dei visitatori incontrati
in viaggio catturandone, talvolta con ironia e sempre con grande
discrezione e sensibilità, gesti ed espressioni mentre sono intenti ad
osservare, ignorare o mimare statue e dipinti attorno a loro: se nella
Gliptoteca di Monaco di Baviera il dramma delle monumentali sculture
classiche sembra essere ignorato dall’uomo assorto nella lettura di un
libro, di tutt’altra intensità è il coinvolgimento di un giovanissimo
visitatore del Rijksmuseum di Amsterdam, che, alla vista del dipinto in
cui la suora Geertrury Haeck, defunta, è inginocchiata in adorazione di
Sant’Agnese, reagisce con lacrime di commozione.
Dal Metropolitan Museum di New York al Mercedes Benz Museum di
Stoccarda, dal Prince of Wales Museum di Mumbai ai Musei d’Arte Moderna
di Barcellona, Lipsia, Milano, dal Rijksmuseum di Amsterdam al Victoria
& Albert Museum di Londra, gli scatti di Pacifico aggiungono
esperienza visiva, permettendo una "visita" museale completamente
originale e coinvolgente.
Massimo Pacifico è nato nel
1951 a Sulmona, in Abruzzo, la città natale del poeta latino Ovidio.
Dopo gli studi classici si è laureato in Scienze Politiche presso
l'Università di Firenze. Fotografo professionista e giornalista dal
1977, ha sempre indirizzato il suo obiettivo sulle persone in cui si è
imbattuto durante i suoi frequenti viaggi intorno al mondo.
Autore di numerosi libri e articoli, Pacifico ha esposto in numerosi
musei internazionali e diretto magazine come VERVE (2006/2010) e BOGART (2011); attualmente è
direttore della rivista online BARNUM.