Area archeologica e Antiquarium Eraclea Minoa

Le rovine dell'antica città greca, fondata, secondo Erodoto, dai Selinuntini che la chiamarono originariamente Minoa.

Una città, Eraclea Minoa, che si stende su un bianco promontorio proteso verso un incantevole paesaggio marino, con alte pareti verticali, sulla sinistra del fiume Platani.

Info Prenotazione

La città di Eraclea Minoa si stende su un bianco promontorio proteso verso un incantevole paesaggio marino, con alte pareti verticali, sulla sinistra del fiume Platani. La storia della ricerca archeologica ha inizio nel 1950, allorquando Ernesto De Miro vi scopre il teatro, scavato a più riprese fino al 1964. Il teatro è inserito entro il reticolo regolare della città, articolato su terrazze digradanti verso Sud-Ovest. La città era protetta da una imponente cinta muraria (calcolato in Km 6 circa), che abbraccia l’intera estensione dell’altopiano, fino al fiume Platani. Dell’abitato è stato messo in luce un notevole settore, nel pianoro a Sud del teatro. Sono stati accertati due strati sovrapposti di abitazioni, rispettivamente riferibili al periodo ellenistico e al periodo romano repubblicano.

Orario

Dal luned' al venerd' dalle 10.00 alle 14.00

Chiuso il 1 gennaio.

Biglietteria: ultimo ingresso un'ora prima della chiusura.

 


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La città

La città di Eraclea Minoa si stende su un bianco promontorio proteso verso un incantevole paesaggio marino, con alte pareti verticali, sulla sinistra del fiume Platani.

La storia della ricerca archeologica ha inizio nel 1950, allorquando Ernesto De Miro vi scopre il teatro, scavato a più riprese fino al 1964. Il teatro è inserito entro il reticolo regolare della città, articolato su terrazze digradanti verso Sud-Ovest. La città era protetta da una imponente cinta muraria (calcolato in Km 6 circa), che abbraccia l’intera estensione dell’altopiano, fino al fiume Platani. Dell’abitato è stato messo in luce un notevole settore, nel pianoro a Sud del teatro. Sono stati accertati due strati sovrapposti di abitazioni, rispettivamente riferibili al periodo ellenistico e al periodo romano repubblicano.

Dell'abitato di II strato (IV-III sec.a.C., contemporaneo al teatro) sono state scavate due case, inserite in un sistema a strade parallele e ortogonali. Le due case messe in luce sono caratterizzate da una pianta semplice: struttura quadrata, chiusa intorno ad un piccolo atrio con cortile centrale.

La casa A era ad un solo piano con cortile fornito di grande cisterna in cui si convogliavano le acque del tetto a falde compluviate. A Nord del cortile era un sacello domestico (lararium), di cui si conservano l’altare quadrangolare addossato all’angolo nord-ovest e l’edicoletta per i lares nella parete est. La pavimentazione del vano è in cocciopesto decorato di tesserine bianche; le pareti conservano avanzi della decorazione a stucco (stile a incrostazione o I stile pompeiano).

La casa B aveva un piano superiore con stanze destinate all’abitazione, le cui macerie (mattoni crudi delle pareti, lastroni di soglia, stucchi, intonaci, pavimento in cocciopesto decorato e mosaico), nel crollo, hanno colmato i vani del piano terra. Eccezionale lo stato di conservazione dei muri, non solo nella parte lapidea ma anche nell’elevato in mattoni crudi. Le pareti erano rivestite di intonaco dipinto, di cui rimane il sottofondo di allettamento.

All’abitato di IV-III sec.a.C. si sovrappone, nel II-I sec. a.C., l’abitato di I strato, che può identificarsi con la colonia di ripopolamento dedotta da Rupilio (Cic., Verr., II, 125) al termine della prima guerra servile (132 a. C.). E’ costituito da case costituite generalmente di due o più vani gravitanti su un cortile con focolare. I muri sono costruiti con basamento di blocchetti di pietra gessosa ed elevato in mattoni crudi. L’organizzazione in isolati inquadrati da strade nord-sud che si incrociano con strade est-ovest, ricalca lo schema della fase precedente. Verso il termine del I sec. a.C. la città fu abbandonata e cala il silenzio nelle fonti letterarie. L’area extra-urbana tornò ad essere occupata in epoca paleocristiana e bizantina (III-VII sec. d.C.), con la costruzione di una grande basilica e da un connesso cimitero.

Il teatro e l'antiquarium

Il teatro di Eraclea non è citato dalle fonti antiche. Compreso nel perimetro delle mura di fortificazione, è sistemato nella cavità di una collinetta. Il koilon (cavea) è aperto a Sud, contro le prescrizioni di Vitruvio (De Arch. V, 32) che vuole che sia evitata una tale esposizione che provoca la concentrazione del calore nella conca caveale.

Il koilon consta di dieci ordini di gradini in conci di arenaria, mentre ricavati nella roccia sono sono la praecinctio (alta m 8.90 sopra il livello dell’orchestra) e l’ambulacro perimetrale antistante. La cavea, cui si accede frontalmente mediante quattro gradini, è divisa in nove settori (kerkides) da otto scalette (klimades). Abbastanza ben conservati i muri di testata o analémmata, in numero di otto filari di conci di tufo marnoso messi in opera con struttura piramidale a gradoni.

Un ambulacro di servizio separa la gradinata dalla proedria (prima fila di sedili destinata alle autorità) formata da un ordine di banchi con schienale con braccioli. Tra l’orchestra e l’anello di conci che delimita il koilon è l’euripo largo m 1.25.

Il teatro di Eraclea non ebbe un vero e proprio palcoscenico: nell’area scenica sono stati riconosciuti i cavi per il fissaggio delle travi di un podio ligneo mobile di tipo fliacico.

Il teatro risulta abbandonato fra il II e il I sec.a.C. quando alcune strutture dell’abitato di I strato (identificato con la colonia di Rupilio) si addossano ai muri di testata della gradinata.

Il teatro è stato oggetto di recenti restauri consistenti nel consolidamento lapideo e nella copertura provvisoria della gradinata.

Sono in parte visibili anche i resti della cinta muraria della città costruita tra la fine del VI e la fine del IV secolo a.C., della lunghezza stimata di circa 6 chilometri. A nord-est delle mura si riconoscono ancora otto torri quadrate, il quartiere delle abitazioni ellenistiche e romane con impianto urbanistico ad "insulae", separate da strade parallele.

All’ingresso della zona archeologica si trova l’antiquarium dove sono custoditi interessanti reperti quali ceramiche, terrecotte, corredi tombali, statuette arcaiche di dee siciliane, una bellissima testa muliebre del IV° secolo a.C, frammenti di ceramiche iberiche del periodo neo-eneolitico provenienti dalle abitazioni della città arcaica ed ellenistica e una selezione di reperti ceramici e statuette votive provenienti dall'abitato e dalla necropoli.

ORARIO DI APERTURA

Dal luned' al venerd' dalle 10.00 alle 14.00

Chiuso il 1 gennaio.

Biglietteria: ultimo ingresso un'ora prima della chiusura.

 

COME ARRIVARE

- In AUTO:
> Dalla Sicilia occidentale – autostrada A29 (Palermo – Mazara del Vallo) uscita Castelvetrano – percorrendo la Strada Statale n.115 fino allo svincolo per Cattolica Eraclea, imboccando poi la Strada Provinciale n. 30, direzione Cattolica Eraclea.
> Dalla Sicilia orientale – autostrada A19 (Catania – Palermo) uscita Caltanissetta, Strada Statale n. 640 direzione Agrigento – percorrendo la Strada Statale n. 115 fino allo svincolo per Montallegro, imboccando poi la Strada Provinciale n. 29, direzione Cattolica Eraclea.
E’ collegata con Palermo, Catania ed Agrigento con servizio di pullman di linea.

- In AEREO:
L’aeroporto civile più vicino a Cattolica Eraclea è quello di Palermo, Punta Raisi. Dagli aeroporti di Palermo e Catania sono possibili collegamenti quotidiani con autobus di linea.

- In NAVE:
Il porto più vicino è quello di Porto Empedocle (30 Km.), mentre quello di Palermo dista 130 Km.

- In TRENO:
la stazione ferroviaria più vicina è quella di Agrigento Centrale, che dista 40 Km.

Prezzi

È in vendita solo il biglietto intero

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Una volta confermata la visita, è possibile cancellarla fino a tre giorni lavorativi prima e rimborsare il costo dei biglietti non utilizzati meno il costo del servizio. Cancellazioni successive e no show non sono rimborsabili.

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